Procedimento giudiziale

Con i giudizi ho sempre avuto un cattivo rapporto. Il mio motto potrebbe essere nessuno mi può giudicare. Sono sempre stata impermeabile a note scolastiche, voti universitari, pareri amichevoli e consulti professionali. Aggiungerei anche che è stato proprio con i denti, del giudizio, che ho avuto la peggio. Grazie a madre natura, ma soprattutto grazie alla mia di madre, prima di arrivare a perdere anche l'ultimo pizzico di giudizio, sono dovuta passare da quattro diverse lunghissime, estenuanti, apocalittiche, operazioni sul divanetto del dentista che ormai, per riconoscenza, deve aver battezzato almeno una delle sue sale operatorie con il mio nome. Un po' quando si battezza qualcosa con il nome del suo finanziatore. Per capire la drammaticità della questione è il caso di partire dall'inizio: io sono l'unica bambina al mondo ad essere nata con una bocca semplicemente perfetta. Modestia a parte. Tutti i denti da latte sono usciti senza difficoltà. Tutti quelli dopo sono saliti dritti dritti come stecchini, uno vicino all'altro. Mai avuto bisogno dell'apparecchio per qualche ritocco all'opera di madre natura, mai dovuto intervenire per qualcosa in più di qualche carietta qua e la. Ma anche sulle cariette da quattro soldi ci sarebbe da aprire un libro.
Un bel giorno arrivano i miei benedetti 17 anni. E' una strana età, lo sappiamo tutti. Non si è più nel pieno della crisi euforica\ ormonale dei 15 ma non si è ancora grandi. Spesso ti cercano di convincere che stai per raggiungere la maggiore età ma non è un gran traguado... soprattutto se si è ancora al liceo dove, potenzialmente, prima dei 19 non cambia un accidente da quando se ne aveva 14. Basta una piccolissima stonatura sul proprio percorso che si entra in crisi. Basta una virgola fuori posto che si perde il baricentro. Basta un bel giorno trovarsi davanti allo specchio, sorridere per qualche immotivata ragione... e vedersi tutti i denti dell'arcata inferiore sovrapposti l'uno all'altro. L'urlo è scattato automatico.
Fortunatamente quel pomeriggio d'autunno ero in campagna e nessuno chiamò le forze dell'ordine. A me vennero soltato i miei genitori che, dopo un cazzo urli! d'ordinanza, mi assicurarono che avrebbero chiamato il dentista il prima possibile. Inutile aggiungere che, da quel giorno, secondo la teoria del "al lupo! Al lupo!" ogni volta che ho provato ad essere, anche un poco, allarmata nessuno mi ha più preso in considerazione.
Il dentista che, per maggiore semplicità d'ora in avanti chiamerò, semplicemente, Dentista, per un attimo ha provato a prendermi in giro. Ha cercato di terrorizzarmi con l'idea di mettere un enorme apparecchio per i denti, magari di quelli che escono anche un po' dalla bocca, o di quelli con il filo che passava davanti. Cose orribili in ogni caso. Fin da quando mi ha visto entrare dalla porta ha mimato scene di disgusto, ad indicare che fin da quella lontanaza si vedeva quanto fossero storti tutti i miei adorati dentini. Un minuto dopo è arrivata la lastra ed abbiamo smesso tutti quanti di ridere.
Immagino che sia vicenta neanche troppo rara quella di esser dovuti intervenire sui denti del giudizio: 'sti maledetti non hanno ancora capito che non è più tempo per loro. Forse non è altrettanto comune averli dovuti togliere tutti e quattro ed aver vissuto la cosa con abbastanza intensità da aver dato anche un nome ad ognuna di queste lunghe, estenuanti, apocalittiche operazioni. 
1 - L'introvabile. O L'interminabile. Il dente che fu prescelto per aprire le danze fu uno nato stanco. Completamente orizzontale fu praticamente il maggiore responsabile della contrazione di tutti gli altri. Non solo: se la godeva bello sdraiato in panciolle sprofondando nei meandri della mia mascella. Una volta aperta la gengiva, là dove era necessario, fu anche necessario andare abbastanza in profondità per cercare dove diavolo si era andato a cacciare. Insomma, io non pensavo che ci fosse abbastanza spazio per, addirittura, andare a perdersi un dente... eppure è stato così. Quando ero sotto i ferri con almeno quattro mani in bocca, per cercare di non farmi entrare completamente in panico dopo per prime tre volte che mi sono vista passare sotto il naso strumenti incomprensibili, il povero Dentista ha provato anche a parlarmi per spiegarmi cosa stava accadendo ma... non avrà pensato veramente che lo stessi ad ascoltare? Taglia, cerca, taglia, cerca, puntura, taglia, puntura di roba disgustosa, cerca. Finalmente trovato! E rimosso. Chiaramente non in maniera semplice ed indolore. Quattro punti in bocca ed una settimana a dieta liquida. Faccia viola per due giorni... tutti gli altri oscillai tra tutte le altre sfumature dell'arcobaleno.
Dopo una settimana la faccia era ancora gonfia e la faccia ancora gialla: mio padre, un uomo all'antica, ritenne che non fosse una buona motivazione per non andare a scuola. La faccia faceva troppo male anche per ribattere quindi, mutita di grande sciarpa e faccia da schiaffi, ma senza un briciolo di energia in corpo, tornai al mio banco. Quella strega di inglese tentò di interrogarmi. Il mio vicino di banco, che mai mi aveva prestato una gentilezza in vita sua, cerco di spiegarle che con i punti in bocca avevo difficoltà anche ad esprimermi in italiano e che era per quello che stava parlando lui al mio posto. In effetti quel genio di prof avrebbe potuto intuire qualcosa anche dal colore della mia faccia, in ogni caso, credo che fu quell'inaspettato mandato alle liti esercitato a convincerla che era il caso di lasciar perdere. Chissà che fine ha fatto quel mio vicino di banco: sarebbe potuto essere un buon avvocato se non si fosse perso nei meandri dell'economia.
2 - La tormentata. Al secondo tentativo speravo di sapere già cosa aspettarmi: ovviamente non fu così. Prima di tutto, per evitare nuovamente quella faccenda dell'andare a scuola paonazza, si decise di compiere l'operazione a luglio. A chiunque pensi che compiere qualsiasi operazione a luglio sia una buona idea: toglietevelo dalla mente! Sicuramente è peggio agosto... ma trovatelo voi un dentista aperto ad agosto! C'è anche da riccordare che, a quei tempi, a differenza di adesso, a luglio faceva veramente caldo. 
Questo dente non era tanto stanco quanto il precedente: è nato piegato circa a 45° che, nella mia mente, pareva essere solo che una cosa positiva. Poteva essere tanto difficile togliere un dente che, almeno un po', con la testa in su si trovava? Sì. Innanzitutto perchè comunque non spuntava neanche un po' e poi, basti pensare che nel suo essere nato piegato si era andato ad incastrare, sia con la testa che con i piedi \ radici, in qualcos'altro presente in zona. Prima di spappolarmi la mascella e rompere in dente nel quale questo stronzo si era andato ad incastonare, fu necessario romperlo ed andare ad estrarre tutti i pezzettini uno alla volta con le pinzette. Vi risparmio quello che imparai quel giorno circa la procedura per spezzare un dente.
3 - La violenta. Questa arrivò diversi anni dopo, quando si passò all'arcata superiore. Fortunamente non fu figlia di un'altra epifania tipo la precedente ma, si può dire, mi risolse molti più problemi di quelli che, al momento, avrei potuto immaginare. L'esigenza dell'operazione giunse un bel giorno in cui, trovandomi da Dentista, gli chiesi come mai di tutto il mio altro giudizio non c'era ancora traccia. Vi risparmio le battute che uscirono quel giorno in "sala Tiz". Sì, ero già intestataria del locale. Al primo tentativo Dentista, cercando un dente la dove sarebbe dovuto essere un dente, sentenziò che non si era ancora formato. Dopo un po' anche lui venne colto da un lampo di genio ispirato da non so bene che cosa: mi fece risdraiare sulla sedia... e trovò il mio giudizio. Solo che lì non ci sarebbe dovuto essere.
Nato completamente sottosopra, invece che puntare al basso ed uscire come tutti i cristiani, puntava verso direttamente alla tempia, rompendo le palle al trigemino e, come scoprii tempo dopo, provocandomi emicranie fuori controllo con connessi problemi pratici a concentrazione, vista, umore... e fegato!
Per togliere questo maledetto fu necessario aprire, avere mezzo braccio del Dentista in bocca per giungere fino alla materia grigia a schiarirmi le idee, con grande sforzo fisico di tutti far ruotare il dente fino alla giusta posizione e, a quel punto, tirarlo fuori. Tutta la trafila utile a mettere nella giusta posizione il bastardo podalico fu la vera ragione per cui questa terza operazione assunse questo titolo: roba che voi umani non potete neanche immaginare. Roba che quando Dentista era impegnato nell'arcana manovra credo di aver visto anche l'infermiera allontanarsi. 
Ah, l'ho già detto che tutta questa trafila, tra le altre cose, l'ho vissuta anche straiata a testa in giù?
4 - L'inaspettata. Il giorno che giunse questa notizia non credevo veramente alle mie orecchie. Un po' come se mi avessero annunciato la vittoria alla schedina. Un po' come se mi avessere annunciato di aver vinto il Pulitzer. Il quarto dente sta nascendo dritto! E nella mia testa è subito Ola. Una di quelle ole con tanto di stelle filanti, canzoncine allegre e tutto il resto. Come si potrà intuire: la vittoria fu cantata troppo in fretta.
Il degenerato decise di spuntare a pochi giorni di distanza dall'esame di procedura penale II, una cosa che, chiaramente mi provocò una gioia immensa. Togliendo tutti gli altri in maniera chirurgica mi ero persa una delle sette meraviglie del mondo: la sensazione fantasmagorica di sentire un dente spuntare. Poi ci domandiamo perchè i bambini strillano così tanto quando sono in quella simpatica fase del gli stanno spuntando i dentini. Non è neanche tanto il dolore che, tutto sommato si rende anche sopportabile, quanto quel magnifico retrogusto di marcio misto medicina che ti si piazza in bocca e non può essere sconfitto con nessun dentifricio \ caramella \ chewingum del mondo. Il gustino ha la meglio su qualsiasi cibo o vivanda che entra in corpo. Poteva tutto questo essere sufficiente a scongiurare il quarto passaggio per la poltrona di Dentista? Figuriamoci.
Diversi mesi dopo l'evento di cui sopra, una volta che ero pure riuscita a superare il fantasmagorico esame... ed anche molti altri, mi decisi a tornare da Dentista per porre la domanda delle domande: eh beh?! Fui rimproverata moltissimo: che cosa stavo aspettando ad andare a trovarlo? Non lo impietosii neanche sfoggiando la mossa del gatto con gli stivali. Una roba pietosa: io bianca cadavere, con le occhiaie di un magnifico colore cangiante viola \ arancione messe magnificamente in risalto dalle luci bianchissime della sala, ed il PC con all'interno tutta la mia tesi sotto le unghie. Alla fine trovammo un accordo: tutta la verità mi sarebbe stata raccontata dopo la discussione della tesi.
A dir la verità non ci voleva mica una laurea: il problema era davanti agli occhi di tutti. Magari non sempre... ma almeno quando sorridevo, quando sbadigliavo, quando mangiavo, ed anche nei momenti morti quando mi si bloccava la mascella e dovevo farla scrocchiare. Il sorriso era storto modello Joey Potter, sbadigliando non riuscivo ad aprire la bocca quanto avrei dovuto rischiando di strapparmi un muscolo ogni volta, la masticazione ara davvero difficoltosa per i cibi troppo voluminosi. Un panino ben farcito: missione impossibile.
La verità quasi più amara del gusto della gengiva dei primi tempi: il dente ha provato ad uscre ma non ce l'ha fatta! La bocca è troppo piccola: è uscito solo un pezzo poi non c'è più posto: questo chiaramente mi stava scorticando l'interno della bocca ed incasinando l'iderno dove, un dente ormai del tutto formato e fuori luogo, ravanava nel torbido. L'operazione in se non fu neanche tanto male, abbastanza semplice e veloce. Il bello venne dopo, quando con un totale di cinque punti appuntati, appunto, oddio di nuovo, anche sulla tonsilla (sempre per quel problema della mancanza di spazio) ho proveduto a dieta ancora più forzatamente liquida delle prime volte. Se il tradizionale livido si è formato con meno intensità, la giusta mobilità della bocca ha impiegato molto più tempo a riprendersi... facendomi perseverare con la dieta liquida. 
Chicca delle chicche: una telefonata ricevuta per un colloquio di lavoro proprio lo stesso pomeriggio dell'operazione... ed il colloquio svolto qualche giorno dopo con il viso ancora gonfio ed itterico. Chissà perchè non mi hanno preso.

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